Uno sguardo al passato

Alcuni documenti storici del XVI secolo fanno riferimento alle singolari proprietà dei “bagni di Pej“: sono le prime testimonianze della pratica termale in valle.

Nel secolo successivo, precisamente nel 1660, il noto scienziato Alessandro Colombo “medico, fisico e cubiculario effettivo del Serenissimo Arciduca d’Austria Ferdinando Carlo” pubblica una monografia nella quale descrive le virtù curative dell’Antica Fonte di Pejo e raccomanda che “…i celesti doni di Dio non restino nascosti, ma, al contrario, vengano segnalati al genere umano che li richiede sempre più incessantemente…”.

Lo studioso analizza i benefici effetti sulla salute e si prodiga in consigli sulle modalità di assunzione delle acque: “…esse stimolano l’appetito in modo superiore, corroborano il ventricolo, impediscono che i sapori dei visceri salgano alla testa, sono idonee alle altre affezioni e si possono raccomandare anche se i pazienti siano molto magri…”; suggerisce, inoltre, di affiancarle a tavola ai “…vini albi, clari non nimis generosi…” per avere facilitazione nella digestione dei cibi pesanti e per “…evitare viziosi umori…”.

Anche Michelangelo Mariani, storico del Concilio di Trento, in un suo testo del 1673, segnala, tra le ricchezze della regione, le acque ferruginose della Val di Pejo.

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Nel corso dell’800 la fama della località cresce grazie al vantaggio di poter offrire sorgenti con diversa composizione in minerali e, per tale ragione, impiegabili in differenti condizioni cliniche: le patologie gastriche ed intestinali, le malattie del fegato e del sangue ed alcune sindromi metaboliche possono trovare nelle cure e nel soggiorno climatico un supporto efficace.

Le acque leggere (Fonte Alpina) sono riconosciute per le caratteristiche depurative e disintossicanti, mentre le acque più pesanti (Antica Fonte) vengono impiegate nelle carenze di minerali (ferro, calcio, magnesio, sodio ecc.) e per la loro azione regolatrice di vari organi ed apparati.
Su queste basi, successivamente, tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, cresce e si afferma a Pejo una moderna stazione termale, dotata di strutture ricettive e di servizi, meta di soggiorno e di cura di pazienti provenienti dal nord Italia ed anche dall’estero, in particolare dall’Austria e dalla Germania.

Il “bagno carbo-gassoso” con le acque effervescenti dell’Antica Fonte, praticato in vasche di pietra o di legno, rappresenta un’offerta terapeutica prestigiosa per la sua efficacia nel trattamento delle forme dolorose di origine articolare e neuro-muscolare.

Nei primi anni del ‘900 viene avviato l’imbottigliamento, inizialmente con finalità esclusivamente medicali. Alcuni decenni più tardi avverrà la distribuzione su larga scala portando ad ampia diffusione il marchio della Fonte Alpina.

La nuova struttura termale è stata costruita a metà degli anni novanta dalla Provincia Autonoma di Trento con lo scopo di rispondere al nuovo sviluppo del turismo di valle e per sfruttare al meglio le proprietà salutistiche delle fonti termali di Pejo.